Visita alla Riserva San Massimo

Riserva San Massimo

Il mese scorso siamo stati ad un evento molto interessante alla Riserva San Massimo di Gropello Cairoli in provincia di Pavia, nella quale viene prodotto il riso carnaroli superfino Riserva San Massimo, con il bollino blu del Parco del Ticino. Il riso Riserva San Massimo lo conosco molto bene, ma questa volta ho avuto il piacere di visitare anche il luogo dove viene prodotto, che non ospita soltanto il riso ma anche una flora e una fauna protette dal Parco della Valle del Ticino.

In occasione della raccolta delle ciliegie, abbiamo partecipato alla giornata di beneficenza organizzata dall'associazione Prato Onlus, che sostiene le persone con disagi psichici, psicologici ed esistenziali. Lo stesso Dino Massignani, il produttore e gestore della Riserva, ci ha spiegato con molto orgoglio la scelta della campagna. Con 15 euro a testa abbiamo fatto del bene e anche raccolto un po' di ciliegie (di quelle che erano rimaste). Il che è stato per me bellissimo, mi ha ricordato la mia infanzia, quando la domenica andavamo in campagna a raccogliere ciliegie. Ma sono cose che si fanno ancora? Evidentemente sì!

Il pranzo è stato cucinato dallo chef Giuseppe Zen di Mangiari di strada e lo chef Fabrizio Ferrari del ristorante Unico di Milano, mentre il vino era dell'azienda vinicola Frecciarossa. Ovviamente il protagonista principale è stato il riso carnaroli preparato al momento, ma in una location davvero unica: un sottoportico in pietra e legno, dove anche il cibo ha ricordato le cose genuine che si mangiavano una volta. C'era già del riso freddo con erbette della riserva servito in vaschette a forma di barchette e tantissime uova sode biologiche: una barchetta, un ovetto, un calice di vino rosso. Che bellezza! Mi è sembrato davvero un tuffo nel passato! Per finire, un bel dolce alle ciliegie!

Subito dopo il pranzo siamo saliti in piccoli furgoni militari alla volta della visita alla Riserva, che è veramente uno spettacolo! Si tratta di oltre 500 ettari immersi nella natura, tra aree agricole, specie protette, alberi da frutto, piante acquatiche, e animali in libertà! Abbiamo attraversato la zona percorribile coi mezzi attraverso stradine acciottolate con una guida che ci ha spiegato ogni dettaglio. Qui abbiamo potuto ammirare l'ambiente nelle sue caratteristiche naturali, e anche diversi animali, tra cui daini, cervi, caprioli, fagiani, lepri, scoiattoli e diversi tipi di uccelli.

Il terreno agricolo conta circa 250 ettari organizzati secondo la tradizione biologica, con l'utilizzo di acqua delle sorgive, in modo totalmente eco compatibile. E' anche questo che rende il riso Riserva San Massimo così buono (e giuro che non mi pagano per dirlo, è buono davvero).
Oltre al riso viene prodotto anche il miele di acacia, di melata e millefiori.

La Riserva San Massimo organizza periodicamente eventi quindi se la cosa vi interessa date un'occhiata al loro sito internet. Io mi sono divertita, ho mangiato bene ma soprattutto mi sono ritrovata in un luogo che sembra rapito dal tempo, in cui le cose si fanno secondo natura, che mi ha ricordato com'era la vita forse vent'anni fa, e come, in alcune cose, dovrebbe essere ancor oggi.

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